sabato 30 maggio 2015

Movies & Tv Talk #2 - SHADOWHUNTERS TV SHOW CASTING & INIZIO RIPRESE

Rubrica ideata da me, a cadenza casuale, in cui vi parlo di film e serie tv che ho visto di recente. Possono essere recensioni, recap, oppure anche solo discussioni generali su news e casting.
 
Vi chiederete perché io sia di nuovo sparita. Ebbene, sembra impossibile pure a me, ma mi sono beccata l'influenza. Per la seconda volta. In due mesi. Vi risparmio i dettagli disgustosi, ma insomma non è stata esattamente una bella settimana. Comunque ora sto bene, sono solo un tantino in ansia perché questi cinque giorni di malattia mi hanno impedito di studiare, così ho approfittato per recuperare delle serie tv, e tra poco ho un esame. Ma andiamo oltre.
Parliamo della serie tv di Shadowhunters!

Come probabilmente saprete, la ABC Family (un network americano molto importante, una delle cinque grandi emittenti televisive USA per intenderci) ha deciso di trasformare la meravigliosa saga The Mortal Instruments di Cassandra Clare in una serie tv, a seguito della decisione della Constantin, la casa di produzione, di non realizzare il sequel di City of Bones, il film uscito nel 2013, tratto dal primo libro della serie.
L'emittente ha ordinato una prima stagione di 13 episodi, da mandare in onda a partire da gennaio 2016. I casting si sono svolti perlopiù nel mese di maggio e si stanno concludendo in questi giorni, mentre le riprese sono iniziate il 25 di questo mese, a Toronto. 
Parliamo del casting, dunque. Ora vi presento una carrellata degli attori scelti per la serie tv, mettendoli a confronto con quelli del film, e vi dico quali preferisco e perché.


CLARY FRAY
Serie Tv: Katherine McNamara / Film: Lily Collins

Allora, premetto che personalmente né Kat, né Lily rappresentano la mia Clary ideale. La mia Clary è innanzitutto più bassa, più "rossa" di capelli (tipo rosso fragola) e con un bel po' di lentiggini. La vedo più bambina nell'aspetto, non tanto "modella". A parte questo, non so, diciamo che sono aperta a Kat, come ero aperta a Lily. Forse preferisco un po' di più Lily, perché mi piacciono di più i capelli e il fisico (Kat è esageratamente perfetta..). Ma aspetto ovviamente di vedere come se la caverà Kat in azione.
                     
JACE WAYLAND
 Serie Tv: Dominic Sherwood / Film: Jamie Campbell Bower

Come Jace, da un punto di vista fisico, penso di preferire Dominic. Onestamente lo trovo quasi perfetto. Però ho amato Jamie come Jace. All'inizio non mi convinceva, perché non era fisicamente uguale al "mio Jace", ma con la sua interpretazione mi ha decisamente conquistata. Mi mancherà. Perciò ovviamente spero che Dominic gli renda giustizia, perché non basta la somiglianza fisica per immedesimarsi bene in un personaggio.

SIMON LEWIS
Serie Tv: Alberto Rosende / Film: Robert Sheehan 

Qui non riesco a scegliere. Li adoro entrambi. Penso che buona parte del mio amore per Simon Lewis dipenda dai meravigliosi attori che hanno scelto per interpretarlo. Secondo me entrambi sono assolutamente perfetti. Robert era una perla per questo ruolo, difficile fare meglio. Quando ho visto Alberto non ero certa, non sapevo bene cosa pensare, ma mi è bastato guardare il video che ha girato per ringraziare i fan del supporto, dove ha già gli occhiali (come nella foto), ed è stato subito amore. È adorabilmente impacciato e sorridente e cuccioloso, ogni volta che lo vedo mi viene da sorridere, e niente, lo amo. 
  
ISABELLE LIGHTWOOD
  Serie Tv: Emeraude Toubia / Film: Jemima West

Per Isabelle preferisco decisamente Emeraude. È praticamente perfetta, molto più di Jemima, che non era completamente Izzy. Se non fosse che io ho sempre avuto un'ossessione per Adelaide Kane come Isabelle, penserei che Emeraude sia Isabelle Lightwood in persona scesa in terra tra noi comuni mortali per farci crepare di invidia alla sua sola presenza. Inoltre Emeraude ha quel fascino latino che non guasta, ma che anzi dà alla nostra Izzy tutto quel pepe in più che le appartiene.

ALEC LIGHTWOOD
Serie Tv: Matthew Daddario / Film: Kevin Zegers

Anche qui preferisco Matthew. Kevin Zegers mi piace, ma non come Alec! Onestamente è sempre stato il membro del cast del film che meno mi andava a genio, per il semplice fatto che è un trentenne suonato che interpreta un diciottenne. So che non è affatto una novità nel panorama del cinema, ma mi dava comunque ai nervi. Matthew, al contrario, lo trovo adorabile e perfetto. O quasi. Sì, insomma, non ha esattamente degli occhi azzurri a fanale, ma chissene. Esistono le lenti a contatto.

MAGNUS BANE
Serie Tv: Harry Shum Jr. / Film: Godfrey Gao

Magnus era il personaggio per il cui casting avevo più paura. Onestamente, Godfrey Gao era la perfezione fatta Magnus. Lui non interpretava Magnus, lui ERA Magnus. Ora, accettiamo universalmente che quel quantitativo di perfezione non fosse più raggiungibile. Una volta fatto, abbiamo la mente più aperta e possiamo accettare altre soluzioni. Harry è una buona soluzione. Detto tra noi, ci poteva andare molto molto peggio. Devo ancora abituarmi al fatto che lui non sia più Mike Chang di Glee (non è Mike Chang. non è Mike Chang. non è Mike Chang). A quel punto potrò apprezzarlo in pieno, ma non sono per niente delusa.
 
LUKE GARROWAY
Serie Tv: Isaiah Mustafa / Film: Aidan Turner
 
Mi piacciono entrambi, anche se nessuno dei due rappresenta in pieno il Luke che mi ero immaginata. Però Aidan ci si avvicina di più (e no, non solo perché è bianco), trovo che rappresenti lo spirito di Luke il bibliotecario meglio di Isaiah, che mi sembra invece il modello di uno spot di dentrifrici. Questo ovviamente solo per aspetto fisico. Sono due gran fighi, comunque, diciamocelo. Avevo amato Aidan Turner come Luke, ma ho la sensazione che anche Isaiah farà un ottimo lavoro, quindi va bene.

VALENTINE MORGENSTERN
Serie Tv: Alan van Sprang / Film: Jonathan Rhys-Meyers

Molti non avevano apprezzato la scelta di "Valentine-l'ultimo-dei-moicani" nel film. Ma a me - boh, che devo dirvi - non era dispiaciuta. Anzi. Avevo trovato il Valentine di Jonathan Rhys-Meyers piuttosto interessante. Però, beh, non era esattamente Valentine. Invece questo van Sprang decisamente lo rappresenta meglio, quindi per me al momento è una parità... ma staremo a vedere come se la caverà il nuovo Valentine. Molto dipende ovviamente poi dall'interpretazione. Spero che possa convincermi e che alla fine possa apprezzarlo di più del primo.

JOCELYN FAIRCHILD
Serie Tv: Maxim Roy / Film: Lena Headey

Mi piacciono entrambe, le trovo entrambe piuttosto azzeccate come Jocelyn. Però Lena sarà sempre la mia preferita. Era oltremodo perfetta per la parte. Senza nulla togliere a Maxime, che comunque mi piace molto e che aspetto di vedere in azione. Anzi, qualcuno ha anche suggerito che le due attrici si assomigliano, e in effetti non ha tutti i torti. Forse preferisco Lena solo per via dei capelli più lunghi rispetto a quelli di Maxime, ma mi rendo conto che è una stupidaggine.

HODGE STARKWEATHER
Serie Tv: Jon Cor / Film: Jared Harris

Eh. Beh. Uhm.... Ovviamente potete tutti notare la palese differenza di età tra i due attori. La Clare ha precisato su Twitter che in realtà questo Jon Cor è più azzeccato per Hodge, che nei libri dovrebbe avere circa 35 anni. Io in realtà me l'ero sempre immaginato non dico anziano, ma insomma non proprio giovane e bono di bell'aspetto. Jared Harris mi piaceva moltissimo come Hodge, ma insomma come si può dire di no a questo nuovo Hodge? Io una possibilità gliela darei...... 

MADAME DOROTHEA
Serie Tv: Vanessa Matsui / Film: CCH Pounder

Anche qui palese cambiamento fisico e differenza di età. La Dorothea del film mi piaceva moltissimo, anche se non era quella del libro, ma se abbiamo deciso di dare una possibilità a Jon Cor per Hodge, per la parità dei sessi dobbiamo concedere una possibilità anche a Vanessa come nuova Dorothea. Naturalmente dipende da quale sarà nello specifico la storia della serie tv e il ruolo di Dorothea. Ciò che mi lascia perplessa al momento sono i primi rumours che girano, sul fatto che, almeno all'inizio, nella serie tv non sarà Simon il migliore amico di Clary (O__O), bensì questa giovane Dorothea. Come procederanno le cose da qui? Clary e Simon si conosceranno per la prima volta nel pilot? La cosa non mi entusiasma, ma non voglio sclerare prima del tempo.

NUOVI MEMBRI

Infine ecco anche Sofia Wells, l'attrice che nella serie tv interpreterà la piccola Clary. E Mouna Traoré, che invece interpreterà Midori, un nuovo personaggio, uno scagnozzo di Valentine.


  


 

INIZIO RIPRESE E PRIME FOTO

Le riprese sono iniziate cinque giorni fa e già trapelano le prime foto dal set e le prime indiscrezioni sulla strada (forse un po' diversa dai libri) che prenderà la storia. Vi lascio qui qualche foto, che ormai già circola in rete. Qui a sinistra abbiamo Kat e Alberto, rispettivamente Clary e Simon, e lasciatemelo dire, insieme appaiono PERFETTI. Nella seconda foto si intravede l'insegna del Pandemonium (okay, quella del film era più figa, ma vabbè dai) e poi vediamo il nostro Dominic aka Jace e quella che si suppone essere Clary. 

La terza foto ritrae i meravigliosi fratelli Lightwood, e anche loro sono assolutamente incredibili (YESSS). Abbiamo poi un primo piano di Kat, Alberto e Dominic, il magico trio (speriamo non insistano troppo sul triangolo amoroso, non potrei farcela). 

E arriviamo ai MALEC, signori. Aiutatemi, perché a momenti mi sento male. Okay, però una cosina devo dirla. Il trucco di Harry... dai, potevano fare meglio che cospargergli gli occhi, le palpebre e tutto il contorno di ombretto nero. Sembra che non dorma da giorni, oppure che gli abbiano tirato due bei pugni centrati. A parte questo, sono BONI. 

A seguire troviamo gli anelli delle famiglie (ma la B per cosa sta?), un profilo di Isabelle nella sua "tenuta bianca da Pandemonium" (dov'è il rubino?????), che avrebbe dovuto essere lunga come quella del film, ma vabbè; poi un adorabile selfie di Maxim e Kat, madre e figlia on screen, un interessante shot di Magnus insieme a quella che sembra una congrega di groupie magici/amici Nascosti (?)... che siano al Pandemonium?; e infine un altro fighissimo scatto di Clary e Simon (maquantosonofighiaiuto) sempre al Pandemonium.
 
Per chi se lo stesse chiedendo, naturalmente CI SARANNO DEI CAMBIAMENTI, è ovvio. Innanzitutto, sappiamo che l'età dei protagonsiti verrà alzata di qualche anno (da 16/17 a 19/20 per intenderci) e la cosa mi sta bene, personalmente. Poi ci sono altre voci, ma nulla di confermato, su altre questioni. Per esempio, si dice che Isabelle potrebbe essere ritratta come una un po' "facile" all'inizio, interessata più a passare da un Nascosto all'altro, che a combattere demoni. Speriamo di no, ma ripeto, non c'è nulla di certo.     

Al di là di tutto, posso dire che per ora sembra promettere bene. L'attesa sarà dura, soprattutto considerando quanto piace a cast & crew postare praticamente ogni due minuti su tutti i social network queste foto che dicono/non dicono. Speriamo di essere ben ripagati per questa attesa, e anche per tutto il supporto che stiamo dando alla produzione (fidatevi, è tanto), oltre che per tutta l'eccitazione e la speranza che stiamo riponendo in questa serie tv, perché siamo un fandom ancora ferito dal flop del film.  Con Shadowhunters sembra un'attesa continua e infinita, da quella per i libri (Lady Midnight ma quante volte ancora dovrai essere posticipato??? aaah), a quella del film, a quella del sequel che non sapevamo se sarebbe arrivato oppure no, per finire con questa nuova attesa della serie tv, che naturalmente non può inziare a ottobre come la maggior parte delle altre, ma deve essere inserita nel palinsesto midseason. Al momento solo The 100 la batte, visto che si parla di primavera 2016 per la terza stagione, ma questo è un altro discorso (HELPMEINEEDBELLAMYINMYLIFE). Ma non demordiamo, siamo un fandom che ne ha viste tante e che tante ancora ne vedrà, vista l'apparente decisione della Clare di continuare a scrivere dei nostri amati Shadowhunters per altri 28942905 anni. Non che noi ci lamentiamo, vero?


Ora ditemi cosa ne pensate voi! Pensieri su cast, news, rumours e cambiamenti?  Parliamone, discutiamo. Film o serie tv? Eccitati? La seguirete?
Anything. Tell me.

venerdì 22 maggio 2015

Recensione "Station Eleven", di Emily St. John Mandel + Mini Giveaway

Buongiorno lettori! Incredibilmente, riesco a tenere fede alla promessa fatta ieri, e riesco a pubblicare oggi la recensione di questo romanzo, che è stato praticamente l'ultimo che ho finito recentemente (sto leggendo pochissimo). Forse non lo avete sentito nominare spesso, in parte perché è inedito in Italia, ma anche perché, credo, non gli è stato reso sufficiente merito. 
Vi consiglio di leggere la trama del libro, che già di per sè, secondo me, è un piccolo capolavoro.
Inoltre, dopo la recensione, come potete intuire dal titolo del post, vi aspetta una sorpresa. :3

 
Titolo: Station Eleven [ENG]
Autore: Emily St. John Mandel
Data di uscita: 9 settembre 2014
Editore: Knopf
Prezzo: € 20,15/18,61 (copertina rigida); € 15,46/9,33 (copertina flessibile); 8,86/5,99 (ebook)
Pagine: 333
Trama tradotta da me: Un romanzo audace, cupo e scintillante, ambientato durante gli inquietanti giorni della caduta della civilizzazione, Station Eleven racconta l'ammaliante storia di una star di Hollywood, del suo aspirante salvatore, e di una compagnia di teatranti nomadi, che vagano per gli ultimi sparpagliati avamposti umani, nella regione dei Grandi Laghi, rischiando ogni cosa per l'arte e per l'umanità. In una una notte nevosa, Arthur Leander, un famoso attore, viene colpito da un infarto mentre si trova sul palco, durante una rappresentazione del Re Lear. Jeevan Chaudhary, un ex-paparazzo, diventato paramedico, è tra il pubblico e corre in suo aiuto. Un'attrice bambina di nome Kirsten Raymonde, assiste con orrore mentre Jeevan esegue il massaggio cardiaco, tentando di rianimare il petto di Arthur mentre cala il sipario, ma Arthur ormai è morto. La stessa notte, mentre Jeevan sta tornando a casa dal teatro, una terribile epidemia di febbre inizia a diffondersi. Gli ospedali straripano di pazienti, e Jeevan e suo fratello si barricano dentro un appartamento, guardando dalle finestre mentre le macchine bloccano le autostrade, colpi di pistola risuonano ovunque, e la vita si disintegra attorno a loro. Quindici anni dopo, Kirsten è un'attrice della Sinfonia Errante. Insieme, questo piccolo gruppo di attori si muove tra gli insediamenti di un mondo alterato, mettendo in scena opere di Shakespeare e musica lirica, per le sparpagliate comunità di sopravvissuti. Scritta sui lati della loro carovana e tatuata sul braccio di Kirsten, c'è una frase tratta da Star Trek: "Perché la sopravvivenza non basta". Ma quando arrivano a St. Deborah by the Water, incontrano un violento profeta che scava tombe per chiunque osi lasciare il villaggio. Decennio dopo decennio, muovendosi avanti e indietro nel tempo, e dipingendo vividamente la vita prima e dopo l'epidemia, questo romanzo elegiaco e pieno di suspense si arricchisce sempre più di bellezza. Mentre Arthur si innamora e disinnamora, mentre Jeevan guarda in tv i giornalisti che pronunciano i loro ultimi addii, e mentre Kirsten si ritrova presa di mira dal profeta, noi assistiamo agli strani capovolgimenti del destino che li collega tutti quanti. Un romanzo fatto di arte, memoria e ambizione, Station Eleven racconta la storia dei rapporti che ci sostengono, della natura effimera della fama, e della bellezza del mondo come lo conosciamo.


 

 Because survival is insufficient.

Perché la sopravvivenza non basta.

Non ci provo neanche a spiegarvi la trama di questo libro. Non ci riuscirei. La verità è che non ho mai letto nulla del genere. Non so nemmeno se si possa davvero definire un romanzo post-apocalittico. È un libro particolarissimo e, a tratti, strano, ma è proprio qui che risiede il suo incredibile fascino. E di fascino, credetemi, ne ha tanto.

Stava pensando a Toronto, a quando camminava nella neve. Pensare a Toronto lo portava inevitabilmente a pensare a suo fratello, una torre su un lago, una città fantasma che si disintegra, il teatro Elgin che ancora mostra le locandine del Re Lear, il ricordo di quella notte all'inizio e alla fine di tutto, quando Arthur morì.

Tutto ruota attorno ad un'epidemia di una febbre sconosciuta che si diffonde ad una velocità sconvolgente, uccidendo nel giro di pochi giorni il 99.9% della popolazione mondiale. È la fine di un'era. Il tempo si azzera, la gente rimasta ricomincia a contare gli anni a partire da questa catastrofe. Viene cancellata ogni traccia di civilizzazione, è la fine dell'elettricità e della tecnologia. Il mondo torna ad uno stato quasi primitivo, non esistono più città, ma solo agglomerati di persone, piccoli villaggi fatti di capanne. Niente ha più senso. Chi ha visto il vecchio mondo cadere e quello nuovo sorgere, chi ricorda tutto, quello che c'era prima ed è andato perduto, non sa più in cosa credere. Ogni cosa che prima aveva valore, adesso lo perde. Tutto cambia: le priorità, le fedi, le credenze, le convinzioni, gli animi.

Non siamo fatti per questo mondo. Desideriamo solo andare a casa. Sogniamo la luce del sole, sogniamo di camminare sulla Terra. Siamo stati persi per così tanto tempo. Desideriamo solo il mondo in cui siamo nati. Ma è troppo tardi.

La prima cosa è la sopravvivenza. Non c'è niente di più importante.
Ma cosa comporta la sopravvivenza? E a cosa si deve rinunciare per sopravvivere? Ma soprattutto, sopravvivere basta?
La risposta di questo romanzo è chiara e forte e inequivocabile: NO, non basta.
Perché, che senso ha sopravvivere, senza vivere? Fino a che punto restiamo umani, se l'unico nostro scopo è la sopravvivenza? Sopravvive il corpo, ma l'anima?
L'anima muore a poco a poco, se non stimolata, se non nutrita. E di cosa si nutre l'anima? La risposta di questo libro è, di ARTE.

Avevano messo in scena anche opere più moderne qualche volta, durante i primi anni, ma quello che era sorprendente, quello che nessuno si sarebbe aspettato, era che il pubblico sembrava preferire Shakespeare rispetto a tutto il resto del loro repertorio.
«La gente vuole quello che c'era di migliore nel mondo,» disse Dieter.

La capacità di cogliere l'arte, anche nelle piccole cose, la capacità di goderne, di farla propria, la capacità di emozionarsi ascoltando un brano di musica, quelle lacrime che scendono grazie al verso di una poesia, quella sensazione di brivido e infinito che ti coglie quando assisti ad uno spettacolo, la rappresentazione di un'opera che è sopravvissuta ad ogni cosa, secolo dopo secolo. Questa è davvero l'immortalità.
L'arte, la musica, il teatro, la poesia. Vite, esistenze, un'intera umanità racchiusi in una manciata di note o di parole. La storia, la fede, l'amore, il dolore e la passione, ogni cosa che il mondo ha vissuto, che ha patito e da cui si è ripreso, tutto sopravvive attraverso il tempo e attraverso lo spazio, grazie all'arte. L'arte è l'unico mezzo per l'immortalità.
Sono le anime a sopravvivere, anche quando non lo fanno i corpi.

All'inizio vogliamo soltanto essere notati, visti, ma una volta che siamo stati visti non ci basta più. A quel punto vogliamo essere ricordati.

Questo non è un romanzo fatto di personaggi. Non ci sono protagonisti, tutti sono ugualmente importanti e ugualmente superflui. Non è un romanzo sui singoli individui, ma sull'umanità intera. Parla di esseri umani, di cosa significa veramente sentirsi umani. Non è una storia, è una matassa di storie. Storie che si sfiorano, si intersecano, si intrecciano e si legano indissolubilmente, attraverso lo spazio, attraverso il tempo, anche inconsapevolmente. Passato, presente, futuro, piani temporali diversi, un centinaio di storie, di anime, di vite, di morti, tutto è legato insieme dalla grande catastrofe dell'epidemia, ma soprattutto da qualcosa di ancora più grande, qualcosa che nemmeno l'apocalisse può spegnere davvero: la speranza. Essere umani vuol dire essere in grado di sperare ancora, nonostante tutto. Sperare, credere, amare.

Abbiamo viaggiato fin qui e la tua amicizia era tutto. È stato molto difficile, ma ci sono stati momenti di bellezza. Tutto finisce. Non ho paura.

Station Eleven è un romanzo che ipnotizza. Un romanzo a cui continui a pensare anche ore, giorni, mesi dopo averlo finito. Quel libro di cui vuoi appuntarti una citazione quasi a ogni rigo. Perché ti fa riflettere, ti fa mettere le cose in prospettiva. Capisci quello che hai e quello che potresti perdere, quanto dai per scontato il tuo mondo, la tua vita, ogni tuo giorno. Capisci quanto ogni parola, ogni emozione, ogni cosa che conta per te adesso, sia effimera.

Sono sempre in attesa, gli abitanti del Sottomare. Passano l'intera vita ad aspettare che la loro vita cominci.

È un romanzo impregnato di malinconia e di poesia, potente e provocatorio. Un romanzo che mette vita e morte sullo stesso piano, dando a entrambi la stessa importanza. La vita è caduca, la morte veloce. Andiamo e veniamo, in continuazione. Siamo briciole e ciò che abbiamo intorno è incredibilmente più grande di noi. Ma possiamo fare la differenza. Possiamo scrivere, possiamo suonare, possiamo cantare, leggere, dipingere. Non sopravviveremo per sempre. Possiamo provarci, fare di tutto per guadagnare un giorno in più su questa terra, sacrificare a questo scopo ogni cosa che ci rende chi siamo. Possiamo immolare i nostri ideali, credere in dei fasulli, inseguire orizzonti e infiniti che non esistono, rinnegare la nostra stessa anima. Ma non cambierà nulla. Alla fine, ce ne andremo. E dopo cosa rimarrà? I ricordi sbiadiscono, le testimonianze si perdono nel vento. Ma se avessimo scritto un libro, se avessimo composto una melodia, se avessimo messo la nostra vita in musica, o composto un'opera teatrale, se avessimo disegnato un fumetto, se avessimo dato voce ad ogni grammo della nostra anima attraverso ciò che per primi ci emoziona, quell'arte che ci rende umani, se lo facessimo, allora sì che saremmo immortali.

«Come è stato per te, alla fine?»
« È stato esattamente come svegliarsi da un sogno.»


Il Mio Voto: 4 stelline
 
Un romanzo poetico, elegiaco, malinconico. L'apocalisse vista dal punto dell'umanità. La potenza delle parole, delle note, delle anime. L'arte come unico mezzo di salvezza, di sopravvivenza, di immortalità.
Meravigliosamente unico.


Questa canzone, secondo me, afferra alla perfezione il senso di questo romanzo.

1965, by Zella Day


Can we go back to the world we had? 
It's the world we've been dreaming of. 
I don't belong here.


GIVEAWAY

Questo libro mi è piaciuto talmente tanto, e credo che tutti dovrebbero dargli una possibilità e leggerlo, perché - vi assicuro - è diverso da qualsiasi altro libro abbiate mai letto. Perciò ho deciso di darvi la possibilità di vincerlo con un piccolo giveaway. Io l'ho letto in ebook, quindi è l'ebook che metto in palio. Vi ricordo, comunque, che il libro è in inglese, perché in Italia è inedito.
Per partecipare non dovete fare altro che iscrivervi come lettori fissi del blog (se non lo siete già), e commentare questo post, dicendomi che partecipate. E se volete, potete dirmi che cosa ne pensate della mia recensione. 
Il giveaway terminerà il 31 maggio compreso. Farò l'estrazione del vincitore il primo giugno.
Buona fortuna a tutti!


Che ne pensate? Vi ho incuriositi? Pensate di leggere questo libro, o lo avete già fatto? 

giovedì 21 maggio 2015

Top Cover Series #5

Rubrica ideata da Leda, del blog Dreaming Fantasy, a cadenza casuale. Consiste nel presentare le cover dei vari volumi di una stessa trilogia/serie e stilare una classifica.

Ehilà, lettori! Indovinate da quanto tempo non pubblico questa rubrica? Dal 25 febbraio. Sempre per la questione "costanza". Vabbè, comunque oggi ho finalmente deciso di rimediare.
Inoltre, se tutto va bene, domani o al massimo dopodomani dovrei riuscire a pubblicare una recensione. Sto leggendo pochissimo in questo periodo, ergo anche le recensioni scarseggiano, ma di questo libro vi devo proprio proprio parlare.

La trilogia che ho scelto per oggi è la The Elemental Trilogy, di Sherry Thomas, inedita in Italia.
Come al solito, questa è la mia classifica, ma voi, mi raccomando, scrivetemi le vostre!


1) The Immortal Heights (The Elemental Trilogy #3)
Di questa cover adoro in particolare i colori e le sfumature, che passano dai toni dell'azzurro e del turchese, a quelli del viola e del ghiaccio, al rosa soffuso. E poi quella luce racchiusa dentro l'aura rosea, come un simbolo di speranza nell'oscurità, la promessa di una nuova alba. E il dragone, che sembra essere fatto di fulmini, le nuvole che circondano le montagne. Ed è un regno quello in cima? Questa cover è talmente piena di dettagli, che è impossibile coglierli tutti a prima vista. Colpisce subito, però, con una magica sensazione di sogno e di mistero.




2) The Perilous Sea (The Elemental Trilogy #2)
Un altro dragone, questa volta fatto di acqua, che sembra che stia per attaccare la terra. Ancora una volta, colori accesi e prorompenti, che incantano. Mi dà un senso di pericolo e fascino, quasi di apocalisse. E nonostante questo, sembra in qualche modo un'immagine più chiara e "positiva" di quella del primo libro. Come se una forza benefica fosse pronta a sconfiggere il male.





3) The Burning Sky (The Elemental Trilogy #1)
Ogni volta che guardo questa cover, mi chiedo se quello in primo piano sia un drago oppure un angelo di fuoco. In ogni caso, adoro il fatto che sembri librarsi da quel focolare di luce rossastra, e adoro lo sfondo del cielo cupo, nuvoloso, che promette tempesta. Tutto, ogni più piccolo dettaglio, in questa immagine trasmette un senso di catastrofe e di fine. Viene voglia di leggere subito il libro per scoprire il motivo.







Che ve ne pare di queste cover? Qual è la vostra classifica? Scrivete!