venerdì 22 maggio 2015

Recensione "Station Eleven", di Emily St. John Mandel + Mini Giveaway

Buongiorno lettori! Incredibilmente, riesco a tenere fede alla promessa fatta ieri, e riesco a pubblicare oggi la recensione di questo romanzo, che è stato praticamente l'ultimo che ho finito recentemente (sto leggendo pochissimo). Forse non lo avete sentito nominare spesso, in parte perché è inedito in Italia, ma anche perché, credo, non gli è stato reso sufficiente merito. 
Vi consiglio di leggere la trama del libro, che già di per sè, secondo me, è un piccolo capolavoro.
Inoltre, dopo la recensione, come potete intuire dal titolo del post, vi aspetta una sorpresa. :3

 
Titolo: Station Eleven [ENG]
Autore: Emily St. John Mandel
Data di uscita: 9 settembre 2014
Editore: Knopf
Prezzo: € 20,15/18,61 (copertina rigida); € 15,46/9,33 (copertina flessibile); 8,86/5,99 (ebook)
Pagine: 333
Trama tradotta da me: Un romanzo audace, cupo e scintillante, ambientato durante gli inquietanti giorni della caduta della civilizzazione, Station Eleven racconta l'ammaliante storia di una star di Hollywood, del suo aspirante salvatore, e di una compagnia di teatranti nomadi, che vagano per gli ultimi sparpagliati avamposti umani, nella regione dei Grandi Laghi, rischiando ogni cosa per l'arte e per l'umanità. In una una notte nevosa, Arthur Leander, un famoso attore, viene colpito da un infarto mentre si trova sul palco, durante una rappresentazione del Re Lear. Jeevan Chaudhary, un ex-paparazzo, diventato paramedico, è tra il pubblico e corre in suo aiuto. Un'attrice bambina di nome Kirsten Raymonde, assiste con orrore mentre Jeevan esegue il massaggio cardiaco, tentando di rianimare il petto di Arthur mentre cala il sipario, ma Arthur ormai è morto. La stessa notte, mentre Jeevan sta tornando a casa dal teatro, una terribile epidemia di febbre inizia a diffondersi. Gli ospedali straripano di pazienti, e Jeevan e suo fratello si barricano dentro un appartamento, guardando dalle finestre mentre le macchine bloccano le autostrade, colpi di pistola risuonano ovunque, e la vita si disintegra attorno a loro. Quindici anni dopo, Kirsten è un'attrice della Sinfonia Errante. Insieme, questo piccolo gruppo di attori si muove tra gli insediamenti di un mondo alterato, mettendo in scena opere di Shakespeare e musica lirica, per le sparpagliate comunità di sopravvissuti. Scritta sui lati della loro carovana e tatuata sul braccio di Kirsten, c'è una frase tratta da Star Trek: "Perché la sopravvivenza non basta". Ma quando arrivano a St. Deborah by the Water, incontrano un violento profeta che scava tombe per chiunque osi lasciare il villaggio. Decennio dopo decennio, muovendosi avanti e indietro nel tempo, e dipingendo vividamente la vita prima e dopo l'epidemia, questo romanzo elegiaco e pieno di suspense si arricchisce sempre più di bellezza. Mentre Arthur si innamora e disinnamora, mentre Jeevan guarda in tv i giornalisti che pronunciano i loro ultimi addii, e mentre Kirsten si ritrova presa di mira dal profeta, noi assistiamo agli strani capovolgimenti del destino che li collega tutti quanti. Un romanzo fatto di arte, memoria e ambizione, Station Eleven racconta la storia dei rapporti che ci sostengono, della natura effimera della fama, e della bellezza del mondo come lo conosciamo.


 

 Because survival is insufficient.

Perché la sopravvivenza non basta.

Non ci provo neanche a spiegarvi la trama di questo libro. Non ci riuscirei. La verità è che non ho mai letto nulla del genere. Non so nemmeno se si possa davvero definire un romanzo post-apocalittico. È un libro particolarissimo e, a tratti, strano, ma è proprio qui che risiede il suo incredibile fascino. E di fascino, credetemi, ne ha tanto.

Stava pensando a Toronto, a quando camminava nella neve. Pensare a Toronto lo portava inevitabilmente a pensare a suo fratello, una torre su un lago, una città fantasma che si disintegra, il teatro Elgin che ancora mostra le locandine del Re Lear, il ricordo di quella notte all'inizio e alla fine di tutto, quando Arthur morì.

Tutto ruota attorno ad un'epidemia di una febbre sconosciuta che si diffonde ad una velocità sconvolgente, uccidendo nel giro di pochi giorni il 99.9% della popolazione mondiale. È la fine di un'era. Il tempo si azzera, la gente rimasta ricomincia a contare gli anni a partire da questa catastrofe. Viene cancellata ogni traccia di civilizzazione, è la fine dell'elettricità e della tecnologia. Il mondo torna ad uno stato quasi primitivo, non esistono più città, ma solo agglomerati di persone, piccoli villaggi fatti di capanne. Niente ha più senso. Chi ha visto il vecchio mondo cadere e quello nuovo sorgere, chi ricorda tutto, quello che c'era prima ed è andato perduto, non sa più in cosa credere. Ogni cosa che prima aveva valore, adesso lo perde. Tutto cambia: le priorità, le fedi, le credenze, le convinzioni, gli animi.

Non siamo fatti per questo mondo. Desideriamo solo andare a casa. Sogniamo la luce del sole, sogniamo di camminare sulla Terra. Siamo stati persi per così tanto tempo. Desideriamo solo il mondo in cui siamo nati. Ma è troppo tardi.

La prima cosa è la sopravvivenza. Non c'è niente di più importante.
Ma cosa comporta la sopravvivenza? E a cosa si deve rinunciare per sopravvivere? Ma soprattutto, sopravvivere basta?
La risposta di questo romanzo è chiara e forte e inequivocabile: NO, non basta.
Perché, che senso ha sopravvivere, senza vivere? Fino a che punto restiamo umani, se l'unico nostro scopo è la sopravvivenza? Sopravvive il corpo, ma l'anima?
L'anima muore a poco a poco, se non stimolata, se non nutrita. E di cosa si nutre l'anima? La risposta di questo libro è, di ARTE.

Avevano messo in scena anche opere più moderne qualche volta, durante i primi anni, ma quello che era sorprendente, quello che nessuno si sarebbe aspettato, era che il pubblico sembrava preferire Shakespeare rispetto a tutto il resto del loro repertorio.
«La gente vuole quello che c'era di migliore nel mondo,» disse Dieter.

La capacità di cogliere l'arte, anche nelle piccole cose, la capacità di goderne, di farla propria, la capacità di emozionarsi ascoltando un brano di musica, quelle lacrime che scendono grazie al verso di una poesia, quella sensazione di brivido e infinito che ti coglie quando assisti ad uno spettacolo, la rappresentazione di un'opera che è sopravvissuta ad ogni cosa, secolo dopo secolo. Questa è davvero l'immortalità.
L'arte, la musica, il teatro, la poesia. Vite, esistenze, un'intera umanità racchiusi in una manciata di note o di parole. La storia, la fede, l'amore, il dolore e la passione, ogni cosa che il mondo ha vissuto, che ha patito e da cui si è ripreso, tutto sopravvive attraverso il tempo e attraverso lo spazio, grazie all'arte. L'arte è l'unico mezzo per l'immortalità.
Sono le anime a sopravvivere, anche quando non lo fanno i corpi.

All'inizio vogliamo soltanto essere notati, visti, ma una volta che siamo stati visti non ci basta più. A quel punto vogliamo essere ricordati.

Questo non è un romanzo fatto di personaggi. Non ci sono protagonisti, tutti sono ugualmente importanti e ugualmente superflui. Non è un romanzo sui singoli individui, ma sull'umanità intera. Parla di esseri umani, di cosa significa veramente sentirsi umani. Non è una storia, è una matassa di storie. Storie che si sfiorano, si intersecano, si intrecciano e si legano indissolubilmente, attraverso lo spazio, attraverso il tempo, anche inconsapevolmente. Passato, presente, futuro, piani temporali diversi, un centinaio di storie, di anime, di vite, di morti, tutto è legato insieme dalla grande catastrofe dell'epidemia, ma soprattutto da qualcosa di ancora più grande, qualcosa che nemmeno l'apocalisse può spegnere davvero: la speranza. Essere umani vuol dire essere in grado di sperare ancora, nonostante tutto. Sperare, credere, amare.

Abbiamo viaggiato fin qui e la tua amicizia era tutto. È stato molto difficile, ma ci sono stati momenti di bellezza. Tutto finisce. Non ho paura.

Station Eleven è un romanzo che ipnotizza. Un romanzo a cui continui a pensare anche ore, giorni, mesi dopo averlo finito. Quel libro di cui vuoi appuntarti una citazione quasi a ogni rigo. Perché ti fa riflettere, ti fa mettere le cose in prospettiva. Capisci quello che hai e quello che potresti perdere, quanto dai per scontato il tuo mondo, la tua vita, ogni tuo giorno. Capisci quanto ogni parola, ogni emozione, ogni cosa che conta per te adesso, sia effimera.

Sono sempre in attesa, gli abitanti del Sottomare. Passano l'intera vita ad aspettare che la loro vita cominci.

È un romanzo impregnato di malinconia e di poesia, potente e provocatorio. Un romanzo che mette vita e morte sullo stesso piano, dando a entrambi la stessa importanza. La vita è caduca, la morte veloce. Andiamo e veniamo, in continuazione. Siamo briciole e ciò che abbiamo intorno è incredibilmente più grande di noi. Ma possiamo fare la differenza. Possiamo scrivere, possiamo suonare, possiamo cantare, leggere, dipingere. Non sopravviveremo per sempre. Possiamo provarci, fare di tutto per guadagnare un giorno in più su questa terra, sacrificare a questo scopo ogni cosa che ci rende chi siamo. Possiamo immolare i nostri ideali, credere in dei fasulli, inseguire orizzonti e infiniti che non esistono, rinnegare la nostra stessa anima. Ma non cambierà nulla. Alla fine, ce ne andremo. E dopo cosa rimarrà? I ricordi sbiadiscono, le testimonianze si perdono nel vento. Ma se avessimo scritto un libro, se avessimo composto una melodia, se avessimo messo la nostra vita in musica, o composto un'opera teatrale, se avessimo disegnato un fumetto, se avessimo dato voce ad ogni grammo della nostra anima attraverso ciò che per primi ci emoziona, quell'arte che ci rende umani, se lo facessimo, allora sì che saremmo immortali.

«Come è stato per te, alla fine?»
« È stato esattamente come svegliarsi da un sogno.»


Il Mio Voto: 4 stelline
 
Un romanzo poetico, elegiaco, malinconico. L'apocalisse vista dal punto dell'umanità. La potenza delle parole, delle note, delle anime. L'arte come unico mezzo di salvezza, di sopravvivenza, di immortalità.
Meravigliosamente unico.


Questa canzone, secondo me, afferra alla perfezione il senso di questo romanzo.

1965, by Zella Day


Can we go back to the world we had? 
It's the world we've been dreaming of. 
I don't belong here.


GIVEAWAY

Questo libro mi è piaciuto talmente tanto, e credo che tutti dovrebbero dargli una possibilità e leggerlo, perché - vi assicuro - è diverso da qualsiasi altro libro abbiate mai letto. Perciò ho deciso di darvi la possibilità di vincerlo con un piccolo giveaway. Io l'ho letto in ebook, quindi è l'ebook che metto in palio. Vi ricordo, comunque, che il libro è in inglese, perché in Italia è inedito.
Per partecipare non dovete fare altro che iscrivervi come lettori fissi del blog (se non lo siete già), e commentare questo post, dicendomi che partecipate. E se volete, potete dirmi che cosa ne pensate della mia recensione. 
Il giveaway terminerà il 31 maggio compreso. Farò l'estrazione del vincitore il primo giugno.
Buona fortuna a tutti!


Che ne pensate? Vi ho incuriositi? Pensate di leggere questo libro, o lo avete già fatto? 

14 commenti:

  1. Non penso lo leggerò mai, perchè è in inglese. Magari se uscisse in Italia....
    Mi sembra davvero molto bella, una recensione interessante!

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    1. Grazie! Spero davvero che lo portino in Italia.. merita assolutamente :)

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  2. Credo proprio che sia un libro bellissimo che vuole mandare un grande messaggio!
    Non so se partecipare o no perché la lettura in lingua non mi risulta molto facile.. com'è il livello dell'inglese? ;)

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    1. Mm.. allora secondo me è piuttosto facile, inoltre la lettura scorre velocissima, per via dello stile molto scorrevole. Però è anche vero che ci sono alcune descrizioni che forse possono risultare di più difficile comprensione.. non so, dipende anche da quanto sei abituata a leggere in lingua :)

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    2. Mmm.. mi sa che allora passo, non ho questa grande dimestichezza con la lettura in lingua e mi dispiacerebbe non appassionarmi ad una storia, che secondo me merita, per via delle difficoltà con l'inglese!
      Spero però che prima o poi verrà tradotto ^_^

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  3. La tua recensione mi ha parecchio incuriosito! Non avevo sentito parlare di questo libro ma sembra molto particolare e interessante. Partecipo volentieri al giveaway, ormai leggo quasi solo in inglese XD
    Grazie per l'opportunità e a presto!

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    1. Sono felice di averti incuriosito! Mi fa piacere che partecipi :)

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  4. Recensione m e r a v i g l i o s a! *__* mi sono venuti i brividi mentre la leggevo, posso solo immaginare cosa sia leggere il libro! Non avevo mai sentito nominare questo romanzo, eppure sembra qualcosa di unico... ❤
    Credo che il motivo per cui mi piaccia tanto leggere romanzi postapocalittici o simili, sia proprio la riflessione che tu hai messo in evidenza: comprendere il vero valore di tutto ciò che possediamo... E il fatto che questo libro ponga molto l'accento sulla bellezza e l'importanza dell'arte, beh... non può che conquistarmi!
    Partecipo molto volentieri al Giveaway, mi hai incuriosito tantissimo!! ^__^

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    1. G r a z i e ❤
      Penso che potrebbe piacerti, allora! Non è solo un romanzo postapocalittico, è molto molto di più. In un certo senso, la parte "postapocalittica" passa in secondo piano rispetto all'attenzione posta sulle relazioni umane e sulla riflessione generale.
      Sono felice che partecipi! :D

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  5. Che dire, non lo conoscevo prima ma mi hai messo una bella pulce nell'orecchio G.! ^^ La tua recensione è esaustiva e ispirante, l'apocalisse mi pare un mezzo per una riflessione più ampia e importante sull'umanità e sul senso della vita, sull'importanza dell'arte... bello *____* Partecipo con piacere la giveaway! :D

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    1. Grazie Rosa! *__* Sì, decisamente questo libro fa riflettere molto su molte cose.. sono contenta di averti incuriosita e mi fa piacere che partecipi :)

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  6. Di questo libro ne ho sentito parlare poco, ma sempre bene, quindi sono davvero curiosa e dopo la tua recensione, beh, non posso far altro che metterlo in wish list *_* e partecipare al giveaway :P
    Già mi ispirava prima, ma la tua recensione mi ha convinto del tutto :)

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    1. Ne sono felice!! Grazie :) Sono felice che partecipi!!

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